Eccomi qui a raccontare la mia prima grande impresa alpinistica...grande non certo per le difficoltà alpinistiche o per qualche pericolo oggettivo...grande perchè rappresentava per me il mio primo vero indipendente approccio alla montagna. Mai prima di allora mi ero cimentato in modo autonomo ad una scalata...prima mi affidavo sempre a chi più esperto...era per me un'iniziazione insomma...e di questo ero contemporaneamente affascinato e spaventato...una miscela di sentimenti, la stessa che ancora oggi riprovo ogni qualvolta che intraprendo, alla mattina prima dell'alba, appena sveglio, una scalata.Una miscela esplosiva, che ti fa fare il primo passo, per poi farne seguire altri 100, e poi altri 1000, fino alla vetta.Quella era dunque la prima volta...Ero io ad aver organizzato, insieme ad Andrea, la cosa...tutti e due allo stesso livello...nessuno subordinato all'altro.Poi, ragazzi come siamo noi, non siamo soddisfatti...e decidiamo di colorare l'impresa ulteriormente...decidiamo di bivaccare, in tenda, a seguito anche dell'affollamento dei rifugi d'appoggio...certo...non era un vero e proprio bivacco (eravamo vicino al rifugio)...ma le sensazioni, una volta dentro la tenda, erano quelle...E poi il divertimento di montarla, la fatica a smontarla e a far stare tutto nello zaino...che poi, tra l'altro, era stra pesante...circa 20 kg...La notte passò velocissima...ho dormito comenon mai...in fondo...mai sofferto d'insonnia nei rifugi...e tantomeno in tenda! La mattina ci si alza alle 4.00, colazione con thè caldo (fornelletto a miscela di butano) e barrette. Alle 4.30 tocchiamo il ghiacciaio, si parte. La luce delle frontali viene spenta a breve...albeggia poco dopo infatti.La salita è facile, lo sapevamo...e forse ora come ora rischierei pure di sottovalutarla...ma, come già detto,era il mio battesimo...niente lasciavo al caso.Sapevamo anche ci saremmo dovuti aspettare una lunga e inesorabile marcia...Qualche cordata ci superò...e qualche cordata abbiamo superato...Ma l'importante era tenere un passo costante e deciso...e così fu. Le uniche due pause (prima del Lys, punto di ristoro obbligato) furono una per cambiare i guanti e l'altra per sgranocchiare qualcosa...
Poi al lys, ci concediamo una sosta, una vera sosta.Le membra si intorpidiscono sotto un sole cocente più che mai.Un sole così puro, i cui raggi giungono più diretti che mai, non filtrati dagli strati spessi e densi di atmosfera di bassaquota, zeppa di smog...E li si aprì il paradiso...le nuvole sotto, noi sopra...sensazione mai provata, nemmeno sull'aereo, fu quello per me il mio primo volo infatti...Alla mia destra vedevo, da una prospettiva insolita per me, tutta la bastionata Est di quella montagna, che i varesini hanno a cuore, e di cui conoscono il profilo a memoria; ora la vdevo da Ovest. E così tutta la bastionata Est, che da sempre vedevo, da casa mia, da est, la potevo vedere in tutta la sua sinuosità occidentale...godevo di tutta la sua nudità, a distanza intima come non mai...Mi giro, e vedo la nord dei Lyskamm, e comincio a sognare...immaginando alpinisti su quella parete...vedendomi anche io...poi il Cervino, vedo Edward Whymper e Antonio Carrel, con i loro canaponi, rispettivamente sul lato nord-est e sul lato sud-ovest...Il Bianco, con Bonatti e Mazadeu su loro Pilastro, sul Freney, colti dalla furia della montagna...
Tutto lì,a portata di mano.Il Lys uccide...certo...ti perdi in una dimensione senza tempo e senza spazio e poi devi ritornare bruscamente alla realtà, dopo che i muscoli hanno fatto in tempo a rilassarsi...Ed ecco...si prosegue, si scende, si perde quota, fino alla mazzata finale, l'ultimo tratto sotto al rifugio, solo quello 45 minuti, ansimando ogni 10 passi...il mio primo 4000 mi fa soffrire...ed era pure la prima della stagione...
Poi la vetta.Gli ultimi metri la fatica non si sente, si è affascinati e nulla ti ferma.Da lì, il mondo lo vedi sotto.Sotto di te.Spazi infiniti; per una volta non vedi oltre perchè è il tuo occhio a non farcela, non perchè c'è un palazzo davanti...Una stretta di mano, un abbraccio.Il bello dellamontagna...Il rifugio ci accoglie, beviamo un thè...Mai avrei pensato che quelle cime, cosi sorridenti sotto quel sole d'agosto,così bianche e affascinanti potessero essere tanto cattive nell'estate del 2007,un anno dopo, mietendo tante vittime sotto la bufera...Ci prepariamo, ci siamo accorti che rischiamo di perdere l'ultima funivia all'Indren...Il ritorno è una corsa.Riscendiamo fino alla tenda in 1h30'...Smontiamo la tenda è giù ancora correndo.Prendiamo la ormai chiusa funivia,l'ultima corsa, dietro di noi chiudono le porte.Per un pelo dovevamo farci tutto a piedi fino ad Alagna...Un'esperienza favolosa.Indimenticabile, come ogni prima volta...
Grazie anche ad Andrea.
Per altre foto: https://novebi.ning.com/photo/album/show?id=1389802:Album:4467
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